20220528 Recensione

La recensione di Lux - Parte uno - 28 maggio 2022

Pagina originale sul blog macintelligence.org

Nella  parte zero di questa miniserie ho spiegato i criteri con cui ho scelto di parlare dell’opera letteraria (e non solo) che  Edoardo ha appena dato alle stampe e ai download. Oggi, a rispettare almeno una promessa, si parla di come è fatta l’opera.

Per cominciare, è una narrazione ipertestuale e vorrei sottolineare subito che intendo una cosa diversa da un ipertesto, termine questo capace di entusiasmare o esasperare allo stesso tempo, in funzione delle esperienze vissute e dell’opinione verso l’uso davvero povero che finora l’umanità ha fatto dello strumento, in attesa di superare condizionamenti mentali millenari e accorgersi delle sue potenzialità.

L’autore qui è stato accorto e, dopo essersi scornato contro i limiti delle tecnologie ipertestuali odierne, ha attuato un compromesso che a mio parere ha valorizzato la storia e pure l’ipertesto, in un raro esempio di positività. La narrazione è infatti lineare come chiunque è abituato a concepirla e questo primo libro del Montecristo Project può essere appunto letto come un libro. Non è un librogame che ti fa saltare da pagina 28 a pagina 50 a pagina 99 e la bussola di dove e che cosa stiamo leggendo è sempre bene orientata.

Nel 2022, tuttavia, operare un compromesso a sacrificio delle possibilità iperetestuali sarebbe stata una occasione persa: per fortuna l’ipertesto c’è ed è sano, aumenta il piacere della lettura, aggiunge un piano diverso alla lettura stessa, si inserisce perfettamente nello stile dell’opera.

Qui veniamo a una delle ragioni principali per cui parlerò il meno possibile del contenuto: scoprire il contenuto di questo libro è uno dei piaceri principali e contribuisce in modo significativo al suo valore. Ogni termine, ogni concetto svelato fuori dalle sue pagine è impoverire l’esperienza, anche se di termini e concetti da svelare il libro è strapieno.

Una delle scommesse di Edoardo è montare bella e robusta fantascienza di matrice classica su un impianto di storia che si muove a partire dal presente, con una storia di respiro potenzialmente cosmologico (quanto, lo sapremo con i prossimi due libri) innestata in territori assai vicini e familiari. Dato il contesto che abbiamo intorno, come possiamo aspettarci di trovarlo inalterato, sconvolto, inedito da qui a …anta anni nel futuro?

Le tecnologie, le strutture di potere e di società, le infrastrutture, le problematiche presenti oggi e che, decenni più avanti, sono diventate altro costituiscono un elenco lungo e suggestivo e sospetto che per l’autore infilare (mai gratuitamente, va detto) voce dopo voce nel manoscritto deve essere stato anche un divertimento oltre che l’oggetto di una analisi.

L’ipertesto casca a fagiolo in questo caso. Ogni apparecchio, organizzazione, standard, composto, acronimo, media che compare nel libro ha la propria voce dedicata, linkata ovunque serva nel testo a una pagina di Wikip… di quello che nel racconto è diventata l’enciclopedia del web dopo decenni di evoluzione.

Quindi i termini non familiari si possono chiarire subito e, nel farlo, si acquisisce un substrato di racconto che ci fa approfondire e di conseguenza entrare ancora di più nel racconto stesso. L’intelligenza triplice è stata fare di queste note un ingrediente del racconto invece che un’appendice a fine libro che nessuno avrebbe mai letto, ambientare le note stesse dentro la storia e, la cosa più importante per chi legge, renderle indolori. Un tocco e si va a visitare l’approfondimento, un tocco e si torna esattamente dove eravamo rimasti. Niente scomodità, niente macchinosità, tutto molto chiaro grazie a un linguaggio grafico creato apposta che permette di associare rapidamente ogni situazione della storia a una immagine mentale.

Questo intendo per narrazione ipertestuale. Ovviamente parlo dell’edizione digitale; quella cartacea non offre la stessa possibilità e deve cavarsela in modo più scontato. Non entro nelle politiche editoriali dietro il Montecristo Project; però dico che leggere la storia su carta merita. Leggerla peraltro senza poter avventurarsi nelle note digitalizzate durante la lettura, è perdere qualcosa.

Al prossimo giro si dirà di che cosa fa  La prima Colonia .

Lucio “Lux” Bragagnolo

La recensione del giornalista e blogger Lucio Bragagnolo - Parte 1

20220526 Recensione

Recensione di Simonetta Fanelli - 27 maggio 2022

Ci sono molte cose belle in questo libro nuovo che è riuscito ad appassionarmi nonostante io legga poco, di recente, la fantascienza. 


Libro nuovo nel senso che pur somigliando ad un “normale libro” proietta il lettore in un universo un po’ diverso, multisensoriale ed alla fine ci si accorge di aver vissuto più una “esperienza” che una lettura.



Premetto che il libro si può leggere tranquillamente saltando tutti i suggerimenti proposti dall’autore e non ne è minimamente limitato o disturbato, la storia è bella e interessante, ben articolata, ma nel libro ci sono molti “universi paralleli” che vale la pena esplorare. Intanto ha una wikipedia interna che spiega puntualmente tutte le tecnologie del nuovo tempo in cui il libro si muove. E’ radicato nel nostro mondo, perché fa riferimento a qualcosa che comincerà negli anni 30 del secolo in corso, per cui ci si sente lì lì per afferrare quello che sta per succedere e che però ci sfugge e non ci appartiene ancora. Un bell’escamotage per coinvolgere il lettore. 

Poi il libro ha all’apertura di ogni capitolo un codice QR che nasconde altri contenuti vari…che allargano il significato dei vari capitoli e di cui non vi parlerò. 

Se usate il libro cartaceo la cosa migliore è avere a tiro il cellulare e aprirli via via che capitano, se usate un e-reader che naviga in rete non sarà difficile accedervi. 
 

La cosa più interessante però di questo libro è la lingua, semplice, che non fa concessioni ai linguaggi di moda, molto puntuale sul piano scientifico ma non barbosa. I personaggi sono ben costruiti, senza smagliature, soprattutto quelli femminili, e appartengono ad un mondo che non c’è ancora ma che molti stanno cercando di costruire, insomma un bel rapporto col futuro, non drammatico, non distopico, non angosciante….forse è proprio questa la cosa migliore di questo libro, bisogna avere una gran fede nel futuro per scrivere un libro del genere, ed è questo il miglior messaggio dell’autore.

Simonetta Fanelli

La recensione sul gruppo Facebook "Un libro tira l'altro"

20220519 Recensione

La recensione di Lux - Parte zero - 19 maggio 2022

Pagina Originale sul Blog macintelligence.org.

Premessa. La sostanza di una recensione, nel mondo informatico, è scrivere di qualcosa per spiegare come è fatto, che cosa fa e come lo fa. C’è qualcosa di diverso rispetto alla recensione classica di un libro. Ma per quanto riesco recensirò La Prima Colonia come si farebbe da informatici, anche perché l’autore di informatica ne mastica, al punto di portarne tanta e non inutile ovunque, nella trama come nella struttura.

Un altro punto della premessa è che il lavoro di Edoardo al Montecristo Project dura da dodici anni e mi è capitato alcune volte di incrociare varie fasi della sua gestazione. Cercherò di ignorare sistematicamente questa conoscenza pregressa in quanto l’opera va giudicata da quello che porta, mentre come è nata dovrebbe essere secondario.

Il terzo e ultimo punto della premessa è che Edoardo è un tolkieniano di ferro, anzi, di acciaio. Per l’universo tolkieniano ha scritto, curato, musicato, creato, organizzato, fatto tantissimo. Potrebbe venire la tentazione di formulare paralleli tra la genesi, o la struttura, dell’opera, dato che evidentemente da Tolkien deve avere ricavato ispirazioni, suggerimenti, tecniche, esattamente come a me viene spesso da fare sul lavoro metafore attinenti al basket, dopo averlo praticato per mezzo secolo. Quando una esperienza ti permea, può solo manifestarsi, magari più o meno alla luce del sole; impossibile che non si rifletta sul modo di pensare e di agire.

L’esperienza permea anche me, più modestamente, e resterò impermeabile alla tentazione di fare paragoni o paralleli, per giustizia verso tutte le parti coinvolte in queste pagine. Che ci siano echi tolkieniani, o che manchino, e di che tipo siano, spetta al lettore desumerlo per trarne eventualmente le proprie conclusioni.

Ciò detto, a breve parlerò di come è fatto.

Lucio “Lux” Bragagnolo

La recensione del giornalista e blogger Lucio Bragagnolo - Parte 0