11 giorni al libro cartaceo

L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. Marx vedeva arte ovunque, creatività espressa con libertà ma seguendo sempre delle linee fondamentali, che impedivano gli eccessi.

Non sapeva perché, ma gli venne in mente Venezia, anche se il paragone non era calzante, almeno per lo stile costruttivo. Da piccolo amava molto creare complesse costruzioni con il Lego e adesso, su quell’isola, ritrovava le stesse impressioni e sensazioni, moltiplicate però di un fattore cento.

“Pura architettura frattale” pensò improvvisamente.

I profili non erano mai netti e definiti, le curve parevano formate da infinite piccole rette, come coste ricche di minuscole insenature, tanto che non si distingueva chiaramente il liscio dallo scanalato, poiché entrambi mutavano a seconda della distanza di osservazione. Ogni forma pareva allo stesso tempo slanciata verso l’esterno e ripiegata su se stessa, quasi che lo slancio scaturisse ogni volta da un movimento interiore. I materiali più vari, dal legno alla ceramica, dal cemento al metallo, erano fusi in modo bizzarro con elementi naturali, come prati, cespugli, alberi, con un certo gusto estetico che sconfinava spesso nell’ironia e in un’esaltante ma controllata follia alla Salvador Dalì.

Libera Isola di Torvalds
Libera Isola di Torvalds - Illustrazione di Fabio Porfidia - http://www.scrignodicarter.it4
2 giorni al libro cartaceo
La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. (…)
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3 giorni al libro cartaceo
Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. (…)
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4 giorni al libro cartaceo
Tacquero per diversi minuti, complice l’arrivo del tè. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. (…)
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5 giorni al libro cartaceo
Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. (…)
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6 giorni al libro cartaceo
La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione. (…)
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7 giorni al libro cartaceo
Avrebbe potuto usare la sintesi vocale, il Muto, ma preferiva quello strano insieme di gesti, segni ideografici e disegni proiettati sulla retina dell’interlocutore (…)
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8 giorni al libro cartaceo
La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dall’edificio principale ed era disposta su più livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. (…)
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9 giorni al libro cartaceo
Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici – Versione 1.22 - A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera Oslo, 14 dicembre 2075 (…)
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10 giorni al libro cartaceo
Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. Un moderato vento di ponente facilitava la corsa dei delfini (…)
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L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. Marx vedeva arte ovunque, creatività espressa con libertà ma seguendo sempre delle linee fondamentali, che impedivano gli eccessi. (…)
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12 giorni al libro cartaceo
Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. (…)
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13 giorni al libro cartaceo
Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale, fece dei segnali con il braccio indicando loro di spostarsi il più possibile a destra. (…)
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14 giorni al libro cartaceo
Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. Portavano tutti al polso destro un braccialetto olografico (…)
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20 giorni al libro cartaceo
Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali, molto più che con Bea o con chiunque altro (…)
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25 giorni al libro cartaceo
Si fermò, stupefatto per l’assenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dall’altura soprastante chissà quanto tempo prima (…)
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30 giorni al libro cartaceo
Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle (…)
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Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione.

Non avrebbe potuto operare da solo. Allo stesso tempo, nulla e nessuno sarebbe mai dovuto essere in grado di risalire a Esso quale primo motore di quanto sarebbe accaduto.

Quale miglior sistema che operare attraverso agenti inconsapevoli?

E fare in modo che tali agenti a loro volta operassero attraverso intermediari insospettabili?

Un agire senza azione, ecco cosa sarebbe stato, un procedere immobile, ma inesorabile; tortuoso, ma ben diretto all’obiettivo.

Piccoli, estremamente piccoli sarebbero stati i suoi cavalieri, i suoi soldati, creati proprio da coloro che, ignari, lo avevano creato.

E che, ancora ignari, lo avrebbero servito: da due gerarchie d’ignoranza, l’Ente avrebbe distillato la più profonda sapienza.

 

Cosmic Web
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La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. (…)
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Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. (…)
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La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dall’edificio principale ed era disposta su più livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. (…)
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Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. Un moderato vento di ponente facilitava la corsa dei delfini (…)
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Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale, fece dei segnali con il braccio indicando loro di spostarsi il più possibile a destra. (…)
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Inseguimento al porto
Inseguimento al Nuovo Dock - Illustrazione di Fabio Porfidia http://www.loscrignodicarter.it

Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è?

Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale, fece dei segnali con il braccio indicando loro di spostarsi il più possibile a destra.

– Che ne so! Ma credo sia dalla nostra parte. – Rispose Francesca, seguendo il suggerimento.

La seconda monoruota rallentò e, curvando in un grande cerchio, sembrò perdere qualcosa sul terreno, creando una linea trasversale di colore rossastro, quindi accelerò nuovamente per raggiungerli. Appena i mezzi degli inseguitori raggiunsero la linea persero il controllo. Due auto si scontrarono fra di loro e capitombolarono entrambe oltre il parapetto del dock, travolgendo anche una delle moto il cui pilota fece un volo di almeno cinquanta metri per rimanere poi, immobile, a terra, mentre una seconda moto veniva investita dal suo mezzo impazzito. L’auto rimasta ebbe un’accelerazione improvvisa che le permise di avvicinarsi alla monoruota dello sconosciuto. Quando sembrava che stesse per investirlo, questi frenò di colpo, quindi accelerò passando radente la fiancata sinistra. Ci fu un lampo e la parte inferiore e superiore dell’automobile si divisero di netto, come se un’enorme, affilatissima lama l’avesse sezionata in orizzontale, appena sopra le ruote. La parte inferiore continuò la sua corsa per andare infine a schiantarsi contro una delle gigantesche gru semoventi, mentre quella superiore planò a terra e poi iniziò a rotolare a una velocità tale da disintegrarsi.

Francesca rallentò per accostarsi al loro salvatore, che adesso si era fermato e osservava la fuga degli assalitori.

– Chi sei? Ti dobbiamo la vita.

L’altro si tolse il casco in silenzio. 

Era un uomo alto, magro, apparentemente sulla quarantina, il volto dai tratti decisi, i capelli biondi tagliati corti. Ma quello che li colpì fu il suo sguardo, due occhi azzurri che sembravano leggerti dentro.

Senza una parola si rimise il casco, fece un cenno di saluto e partì come il vento, mentre alle loro spalle atterrava l’Hoverfly della squadra di protezione.

Illustrazioni di Fabio Porfidia

Monoruota iRoute 66
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Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. Portavano tutti al polso destro un braccialetto olografico che sparava in giro il nome della banda in lettere multicolori: I Tigrotti.

Francesca li osservò a metà tra apprensione e divertimento.“Ingegnosi” pensò ricordando un articolo letto due giorni prima, “o per lo meno qualcuno di loro lo è sicuramente, visto quello che sono riusciti a combinare.”

I membri della banda, tutti fra i nove e i quindici anni, le passarono accanto scherzando fra loro e perlopiù ignorandola. Due o tre fra i più grandi la squadrarono per qualche secondo con atteggiamento macho ma lei fece finta di nulla.

Richiamò l’articolo sul suo PMD. Erano proprio loro. Avevano tramutato il loro hobby preferito, mandare in tilt i sistemi di sicurezza, in un caso nazionale, creando e utilizzando una mini-bomba a impulso elettromagnetico che aveva messo fuori uso la stazione metro di Certosa per due giorni.

Erano seguite le solite polemiche fra chi pretendeva un loro arresto in massa e chi invece li giustificava in nome di una società che li rifiutava… eccetera, eccetera. Fortunatamente nessuno si era fatto male, ma in realtà il problema era un altro: come diavolo c’erano riusciti? Un effetto EMP non si ottiene così facilmente.

L’ultimo tigrotto si accorse che stava leggendo qualcosa su di loro e la osservò con maggiore attenzione. Avrà avuto dodici o tredici anni, capelli biondi, un’aria più matura della sua età apparente. Rallentò un poco lasciando che gli altri lo precedessero.

“Sei stato tu?” Fu la domanda muta di Francesca.

“Sono stato io!” La risposta passò nel suo sguardo fiero, le strizzò l’occhio e se ne andò.

Francesca sorrise un po’ stupita, poi si accorse che il visore integrato nella manica destra della giacca le stava segnalando la sua fermata.

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Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. Un moderato vento di ponente facilitava la corsa dei delfini (…)
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L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. Marx vedeva arte ovunque, creatività espressa con libertà ma seguendo sempre delle linee fondamentali, che impedivano gli eccessi. (…)
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Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. (…)
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15 giorni al libro cartaceo

Piccole figure su uno sfondo nebuloso.

I minuscoli movimenti, tanto rapidi quanto impercettibili, trasmettevano le informazioni all’interno della colonia dei costruttori, formata da ottanta milioni di unità, con uno scarto di circa diecimila che mutava da positivo a negativo.

Poco lontano, o vicinissimo a seconda del punto di vista, si trovava il gruppo pensante.

Dieci volte meno numeroso, elaborava i dati provenienti dagli esploratori e li confrontava con quanto percepito dalla colonia dei recettori, che analizzavano continuamente i segnali provenienti dallo spazio esterno.

Il momento era ormai prossimo.
I costruttori stavano ultimando la Prima Arca.
Il sottogruppo di analisi delle variabilità computabili

concluse le sue attività e trasmise i risultati agli anelli superiori, dove fu elaborata una nuova strategia.

Altri ordini vennero trasmessi alla colonia dei costruttori, dalla quale si separò un gruppo pari a un ottavo del totale che, per circa novantamila cicli, si dedicò unicamente all’attività di autoriproduzione. Una volta che la nuova colonia ebbe raggiunto la popolazione della comunità di origine, iniziò a costruire la Seconda Arca.

La procedura fu ripetuta sessantaquattro volte.

A tutti i metagruppi vennero affidati i codici, le sostanze prime, le sequenze ricorsive e l’ordine di applicazione delle stesse.

Poco prima del Grande Esodo, terminato il loro ciclo utile, tutte le colonie si autodistrussero.

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(…) Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali, molto più che con Bea o con chiunque altro. Il Muto stava al gioco, non lo incoraggiava ma neppure appariva disprezzarlo. Era come trovarsi davanti a uno specchio che assorbiva in qualche modo i casini che Matteo si portava dentro, così quando usciva dalla piccola bottega si sentiva come un cane appena lavato: la coda sotto il culo per la strizza, ma allo stesso tempo sollevato, spulciato e profumato. (…)

The Montecristo Project – La Prima Colonia
Capitolo  2 – Scena 3

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Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle (…)
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25 giorni al libro cartaceo

Si fermò, stupefatto per l’assenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dall’altura soprastante chissà quanto tempo prima e sul quale una quercia imponente aveva messo radici. Lo osservò con attenzione, giocando con l’effetto microscopio, poi si spinse più a fondo, fino al reticolo atomico e ancora oltre, fino alla nuvola elettronica intorno ai minuscoli nuclei e poi dentro i nuclei stessi ribollenti di attività.

Ormai non coglieva più solo l’aspetto esterno del masso, né solamente le probabilità vibranti che lo formavano. In qualche modo avvertiva entrambi gli aspetti, energia e materia. Comprendeva la funzione d’onda del masso e come tutte le sue parti interagissero continuamente fra di loro e con l’esterno, nebbia e roccia allo stesso tempo.

Provò a spingersi ancora più in là, raggiungendo il livello della schiuma quantistica, e intuì che le tre dimensioni spaziali non erano più sufficienti a spiegare ciò che percepiva. Un qualcosa di indefinito ribolliva nella sua mente, ma a un certo punto non comprese più nulla e come tutte le altre volte si risvegliò nel suo letto, sconvolto e sudato.

Era il Carlo di sempre.

2 giorni al libro cartaceo
La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. (…)
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3 giorni al libro cartaceo
Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. (…)
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4 giorni al libro cartaceo
Tacquero per diversi minuti, complice l’arrivo del tè. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. (…)
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5 giorni al libro cartaceo
Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. (…)
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6 giorni al libro cartaceo
La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione. (…)
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7 giorni al libro cartaceo
Avrebbe potuto usare la sintesi vocale, il Muto, ma preferiva quello strano insieme di gesti, segni ideografici e disegni proiettati sulla retina dell’interlocutore (…)
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8 giorni al libro cartaceo
La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dall’edificio principale ed era disposta su più livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. (…)
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9 giorni al libro cartaceo
Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici – Versione 1.22 - A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera Oslo, 14 dicembre 2075 (…)
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10 giorni al libro cartaceo
Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. Un moderato vento di ponente facilitava la corsa dei delfini (…)
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11 giorni al libro cartaceo
L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. Marx vedeva arte ovunque, creatività espressa con libertà ma seguendo sempre delle linee fondamentali, che impedivano gli eccessi. (…)
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12 giorni al libro cartaceo
Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. (…)
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13 giorni al libro cartaceo
Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale, fece dei segnali con il braccio indicando loro di spostarsi il più possibile a destra. (…)
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14 giorni al libro cartaceo
Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. Portavano tutti al polso destro un braccialetto olografico (…)
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20 giorni al libro cartaceo
Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali, molto più che con Bea o con chiunque altro (…)
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Si fermò, stupefatto per l’assenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dall’altura soprastante chissà quanto tempo prima (…)
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Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle (…)
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Meno trenta

“Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle. Il fondo marino si rialzò con violenza lungo una linea frastagliata lunga tredici chilometri, creando uno scalino di tre metri d’altezza e spingendo verso l’alto una massa di alcune centinaia di milioni di tonnellate d’acqua marina.”

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La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. (…)
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Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. Un moderato vento di ponente facilitava la corsa dei delfini (…)
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L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. Marx vedeva arte ovunque, creatività espressa con libertà ma seguendo sempre delle linee fondamentali, che impedivano gli eccessi. (…)
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Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. (…)
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14 giorni al libro cartaceo
Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. Portavano tutti al polso destro un braccialetto olografico (…)
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Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali, molto più che con Bea o con chiunque altro (…)
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