20240624 Recensione

Una seconda recensione di Roberto Rizzardi

In risposta a una domanda su Facebook

Per quanto riguarda il contesto la storia si svolge in una Livorno del futuro che accoglie sia un sito scientifico di primaria grandezza, con scienziati ed amministratori di elevato livello, che una umanità minuta e problematica, talvolta perduta ed irrecuperabile, ma altre volte dotata di potenzialità inespresse e in grado di emergere attraverso percorsi di presa di coscienza pertino dolorosi, se appena riescono a cogliere un’opportunità

I due estremi della scala sociale si intrecciano all’interno di una situazione nella quale entusiasmanti progressi scientifici si confondono con rivalità personali, spionaggio industriale, voglia di riscatto e sordida permanenza nei bassifondi della sociopatia.

Nella trama animata da un convenzionale, per quanto futuristico, scenario di lotta per la supremazia tecnica e scientifica, bracci di ferro tra differentii volontà aziendali, infiltrazioni spionistiche e sabotaggi, si delinea, in un crescendo che promette di diventare wagneriano, un’entità senziente sintetica, artificiale, colta prima ancora che dalla specie umana, dalla forma di vita più promettente, e meno considerata, dell’ambiente marittimo, i delfini.

Il secondo libro esplorerà gli sviluppi che il primo ha sciorinato sul tavolo in una specie di ouverture.

Come ho scritto nella recensione che ha condiviso l’autore, appena sopra questo commento, la struttura del romanzo ha molti punti di contatto con lo schema tipico di una sinfonia.

Il primo “tempo” si è chiuso su una nota trattenuta. Ora vedremo se il secondo si aprirà con un’esplosione sonica che coinvolge l’intera orchestra oppure il tema conduttore si allargherà in un suono più ampio; un ulteriore aggiunta di elementi o una loro fusione in un potente evento.

Edoardo è un uomo molto versatile. Compone e suona, scrive romanzi, insegna ed ha operato a lungo nel campo informatico.

Cominciò a esplorare il concetto e le implicazioni della lA quando questa sigla non veniva usata neanche dai più immaginifici autori di SF.

20240623 Roberto Rizzardi