Tentazione
(âŠ) La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. Il cavaliere, nascosto dietro un grande cespuglio di mirto, la fissava tremando per la tensione. Ma in mezzo al mirto erano annidati dei rovi dalle spine dure e sottili, che penetravano anche i suoi gambali in maglia di ferro e cuoio, facendolo sanguinare.
Eppure il dolore non lo raggiungeva, tale era lâattenzione con la quale fissava la donzella, i suoi movimenti sinuosi, la sua naturale, ingenua, irresistibile sensualitĂ .
Fu la freccia a fermarlo.
Ebbe appena la forza di voltarsi, scorgendo lo sguardo dellâarciere: alto, biondo, placido, con quegli occhi che sembravano leggere ogni suo pensiero.
Anche quelli inconfessabili che avevano dominato i suoi ultimi minuti di vita.
Quasi gli fu grato, mentre moriva guardando la ragazza che continuava, ariosa, a danzare. (âŠ)
The Montecristo Project â La Prima Colonia
Capitolo 11 scena 4: Immagini
Danze di Elfi – Dal CD Tolkieniana, 2004
Altri assaggi del libro
âUna faglia dormiente nella crosta continentale subĂŹ una pressione repentina e si agitĂČ, come unâenorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle [âŠ]
Si fermoÌ, stupefatto per lâassenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dallâaltura soprastante chissaÌ quanto tempo prima [âŠ]
(âŠ) Il Muto aveva quel modo di guardarti fisso, intenso, che sembra scavarti nellâanima ma con gentilezza, come il bisturi del chirurgo che vuole salvarti la vita [âŠ]
(âŠ) Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali (âŠ)
I minuscoli movimenti, tanto rapidi quanto impercettibili, trasmettevano le informazioni allâinterno della colonia dei costruttori [âŠ]
Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversoÌ il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. [âŠ]
Improvvisamente unâaltra monoruota si affiancoÌ alla loro. â E questo chi eÌ? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale [âŠ]
Quando lâEnte inizioÌ a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultoÌ che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. [âŠ]
(âŠ) Lâisola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. [âŠ]
Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dellâIsola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. [âŠ]
Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici â Versione 1.22 â A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera â Oslo, 14 dicembre 2075 [âŠ]
(âŠ) La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dallâedificio principale ed era disposta su piĂč livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. [âŠ]
(âŠ) Avrebbe potuto usare la sintesi vocale, il Muto, ma preferiva quello strano insieme di gesti, segni ideografici e disegni proiettati sulla retina dellâinterlocutore [âŠ]
La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione. [âŠ]
Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. Piccolo di statura e dai tratti squisitamente orientali, appariva molto anziano. [âŠ]
(âŠ) Tacquero per diversi minuti, complice lâarrivo del teÌ. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. [âŠ]
(âŠ) Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. Non era riuscito a chiudere occhio, anche per il dolore sordo allo stomaco, tanto accentuatosi negli ultimi giorni. [âŠ]
(âŠ) La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. Il cavaliere, nascosto dietro un grande cespuglio di mirto, la fissava tremando per la tensione. [âŠ]
(âŠ)Mare.Tuffarsi nellâacqua tersa come cristallo, nuotare velocissimi qualche metro sotto, dove i raggi di luce sembrano danzare nello spazio di una cattedrale senza fine e senza fondo. [âŠ]
La villa, isolata al centro di un ampio podere, in parte coltivato a lino e cicoria e in parte coperto da un bosco di querce e olmi secolari, fondeva lâarchitettura rurale tradizionale con le ultime soluzioni tecnologiche per lâefficienza energetica e la difesa dai tornado, che negli ultimi decenni avevano spazzato lâEuropa centrale con sempre maggiore frequenza.
Carlo osservĂČ il cielo e le nuvole che, spinte da un vento insolitamente vispo per quella stagione, si arrotolavano e sâincirrivano intorno alle parti piĂč alte del grattacielo. (âŠ)
(âŠ) Il contatto con quel corpo delicato, morbido e sinuoso ebbe un effetto calmante su Matteo, che ricambiĂČ lâabbraccio con una tenerezza che non gli era affatto abituale. (âŠ)
Ma colui che arriva al principato col favore popolare, si trova a governare da solo, e intorno a sĂ© non ha nessuno, o pochissimi, che non siano pronti a ubbidire. Oltretutto, non si puĂČ onorevolmente e senza danneggiare altri accontentare i potenti, ma si puĂČ soddisfare il popolo: (âŠ)
Carlo faticava a prendere sonno.
Giaceva sul letto, supino, osservando la Via Lattea che ruotava lentamente sul soffitto e ascoltando in sottofondo lâadagio da âLâAutunnoâ di Vivaldi. Ma neppure una combinazione cosĂŹ intensamente distensiva riusciva a rasserenarlo. (âŠ)
Nonostante il blando calmante che Carlo, dopo non poche insistenze, era riuscito a farle assumere, la tensione in lei era ancora troppo alta per permetterle anche solo di pensare di andare a letto.
â Ci siamo quasi. â Oltre a gestire la sua trappola, Jin era uno degli incaricati che avrebbero seguito la procedura, pronti a intervenire in caso di problemi. Due operazioni una piĂč complessa dellâaltra, il tutto in un ambiente pieno di colleghi esperti, giornalisti scientifici selezionati, sistemi di controllo e Dronicam.
LâEnte giaceva placido e sonnolento, non avendo alcun nemico naturale nĂ© alcun organismo in grado di concorrere nella Sua nicchia ecologica. Poteva quindi permettersi di oziare, lasciando che le Sue innumerevoli propaggini, i Suoi pseudopodi, le Sue connessioni verso lâesterno e allâinterno di Se stesso provvedessero autonomamente ai bisogni primari (âŠ)
Si alzĂČ e si avvicinĂČ alla lavagna interattiva, cancellandone la superficie con un gesto della mano, quindi si voltĂČ verso gli altri. â Lâidea di partenza Ăš estremamente semplice. Si basa sul principio della conoscenza reciproca.
Tutto accadeva in femtosecondi, lampi di pseudo.concetti espressi in proto.linguaggi si intrecciavano in strutture di sublime complessitĂ .
LâEnte inciampĂČ, e cadde. Non interamente: sarebbe stato fisicamente impossibile il crollo contemporaneo di tutti i Suoi sottosistemi, a meno che lâintero pianeta per qualche motivo venisse danneggiato in maniera irreparabile e non solo in superficie.
Una cittĂ che aveva conosciuto periodi di vitalitĂ e depressione, di splendore e decadenza, talvolta anche piĂč intensi di quelli vissuti dalle sue sorelle maggiori, Pisa, Lucca, Firenze, artisticamente e storicamente piĂč importanti.
Una strana cittĂ , Livorno.