Avatar – La via dell’acqua

Avatar - La via dell'acqua

La complessità si nasconde nella semplicità

Ieri mi sono guardato (ovviamente su 55 pollici 4k) il film in questione. Dopo avere letto e ascoltato molte recensioni mi aspettavo qualcosa di molto bello dal punto di vista visuale ma di scontato e noioso dal punto di vista di sceneggiatura, regia, personaggi. Beh, non è così.

Il film (che poi è solo la prima parte di una saga di quattro) sviluppa le tematiche sì in modo lineare, ma niente affatto banale. Non c’è tutta questa suddivisione per cui i Navii sarebbero i “buoni selvaggi” contrapposti agli umani cattivi, tanto per iniziare. Fra loro ci sono gli stronzi, come impara il piccolo Sully, anche se poi sanno redimersi. Fra loro ci sono forme di razzismo e chiusura mentale. E anche il più cattivo dei cattivi inizia a tentennare in alcune scene: alla fine il vero bastardo è chi vede la natura solo come risorsa e non ne coglie l’equilibrio e la complessità. Un po’ come nella nostra realtà, la banalità del male.

Complessità che si ritrova anche nei rapporti fra i personaggi. Innanzitutto sono attori veramente formidabili, tutti quanti, e il nuovo sistema di trasformazione della recitazione da attore a personaggio CGI ha raggiunto livelli che non avrei creduto possibili fino a poco tempo fa. In secondo luogo la storia si sviluppa in modo anti-mitico rispetto al primo film, dove una certa retorica poteva anche infastidire (non dico altro per non fare spoiler) e alcune scelte del protagonista possono apparire assurde all’inizio ma acquistano senso nello svolgersi della trama.

L’eterno ritorno, altra tematica che viene rappresentata nella storia, contrapposta a una filosofia di non violenza – che come spesso capita viene giocoforza abbandonata al momento del bisogno estremo di difesa – a mio vedere prepara per futuri sviluppi interessanti.  Mi aspetto che nei prossimi film il rapporto fra le due specie si evolva e che si evolvano anche le mentalità di entrambi i popoli (che ovviamente sono simboli di aspetti della nostra specie).

È un film che non basta guardare una volta, tale è il lavoro incredibile di ambientazione e le soluzioni tecnologiche e cinematografiche adottate, e vale la pena di assistere alle oltre due ore di “dietro le quinte”.

Volenti o nolenti, Cameron fa la storia del cinema.

Complexity hides in simplicity

Yesterday I watched (obviously on 55 inch 4k) the film in question. After reading and listening to many reviews, I was expecting something very beautiful from a visual point of view but obvious and boring from the point of view of script, direction, characters. Well, it’s not like that.

The film (which is only the first part of a saga of four) develops the themes in a linear way, but by no means trivial. There’s not all this division that the Navii would be the “good savages” versus evil humans, to begin with. Among them are the assholes, as little Sully learns, even if they know how to redeem themselves. Among them are forms of racism and closed-mindedness. And even the baddest of the bad guys starts to waver in some scenes: in the end, the real bastard is someone who sees nature only as a resource and doesn’t grasp its balance and complexity. A bit like in our reality, the banality of evil.

Complexity that is also found in the relationships between the characters. First, they’re truly terrific actors, all of them, and the new CGI actor-to-character transformation system has reached levels I wouldn’t have thought possible until recently. Secondly, the story develops in an anti-mythical way compared to the first film, where a certain rhetoric could even annoy (I won’t say anything else to avoid spoilers) and some choices of the protagonist may appear absurd at the beginning but make sense as the story unfolds. plot.

The eternal return, another theme that is represented in the story, as opposed to a philosophy of non-violence – which, as often happens, is forced to be abandoned at the time of extreme need for defense – in my view prepares for future interesting developments. I expect that in the next films the relationship between the two species will evolve and that the mentalities of both peoples will also evolve (which of course are symbols of aspects of our species).

It is a film that it is not enough to watch once, such is the incredible work of setting and the technological and cinematographic solutions used, and it is worth attending the more than two hours of “behind the scenes”.

Like it or not, Cameron makes cinema’s history.

11-4-23 Evk

(L-R): Lo’ak and Tulkun in 20th Century Studios' AVATAR: THE WAY OF WATER. Photo courtesy of 20th Century Studios. © 2022 20th Century Studios. All Rights Reserved.

2001 Odissea nello spazio – 55°

2001 Odissea nello spazio - 55°

Un modesto omaggio a un capolavoro

The Montecristo Project è ricco di ispirazioni e citazioni a quello che considero il capolavoro della fantascienza cinematografica, 2001 Odissea nello Spazio. Quindi non posso esimermi dal pubblicare anche qui il piccolo omaggio che ho osato creare in occasione del 50° anniversario, il 2 aprile 2017.

Spero lo apprezzerete.

02-04-23 Evk

20230313 Recensione

La recensione della scrittrice Franci Conforti

Innovativo e: chi bene comincia…

Chi bene comincia… è a metà dell’opera, sostiene un vecchio proverbio, che calza a questo primo volume di un ciclo. Non temete, però, quando arriverete all’ultima pagina, avrete comunque un senso di compiutezza. Tra le cose che ho apprezzato maggiormente vorrei sottolineare il realismo e la coerenza di una trama complessa che riproduce con abilità le dinamiche dei grandi progetti (scientifici ma anche economici) e gl’intrighi, anche criminali, che vi ruotano attorno. Tanti personaggi, tutti con lo spessore di una vita personale che si disvela nello scorrere delle pagine. Lucas/Muto tra i miei preferiti, assieme a Matteo, ma non vi dico perché, sarebbe uno spoiler. Però mi va di segnalarvi un crescendo e una grande apertura (anche d’immagini) che gratifica il lettore negli ultimi capitoli. A tutto ciò aggiungo una nota sulle innovazioni tecniche inserite nel libro dall’Autore. Avevo comprato la copia cartacea ma, per goderne appieno, mi sono presa anche l’ebook. I link che portano al glossario e ai contenuti aggiuntivi (e poi ti riportano indietro!) sono una vera chicca. Devo dire altro?

Franci

La recensione su Amazon della scrittrice Franci Conforti

L’altro da noi

Attrattore di Lorenz

L'altro da noi

(…) Quello che cerco è un punto di vista differente. Un mutamento di paradigma. Un cambio di prospettiva.
– Intuisco cosa vuoi dire, Giuseppe, ma non credi che il rischio diventi quello di caricare di troppi significati filosofici ciò che, dopotutto, resta un puro progetto di ricerca? E cosa credi che vogliano dall’Isola, secondo questa tua visione?
– Loro cercano la varietà, la molteplicità, più di ogni altra cosa. Ancora non abbiamo trovato nessun altro là fuori che sia capace o intenzionato a comunicare con noi. Possibile che siamo soli? Oppure non lo siamo ma loro sono talmente distanti da noi che è come se lo fossimo? Oppure qualcuno ci sta osservando di nascosto, perché non ci considera abbastanza maturi o abbastanza interessanti? Dopo tutti questi anni di ricerca SETI, non credi che questa domanda sia diventata parte dell’immaginario collettivo? Ognuno di noi è la fonte dei significati che intende dare a quanto ci circonda, Juan, quindi ognuno di noi ci farà i conti a tempo debito.
– Allora secondo te noi tutti stiamo cercando l’alieno, l’altro da noi.
– Esatto. Proprio così.
Il professor Almodovar ebbe un brivido.
– Mi stai facendo paura, Giuseppe.
Montalcini lo fissò negli occhi, serio.
– Perché cominci a capire, Juan.

The Montecristo Project – Tempesta
Capitolo 1 (16) scena 2: Scambio di ruoli

Altri assaggi del libro

Livorno futura
Livorno futura

Una strana città, Livorno.

L'Ente Errante
L'Ente Errante

L’Ente inciampò, e cadde.
Non interamente: sarebbe stato fisicamente impossibile il crollo contemporaneo di tutti i Suoi sottosistemi, a meno che l’intero pianeta per qualche motivo venisse danneggiato in maniera irreparabile e non solo in superficie.

L'altro da noi
L'altro da noi

(…) – Mi stai facendo paura, Giuseppe.
Montalcini lo fissò negli occhi, serio.
– Perché cominci a capire, Juan.

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Livorno futura
Livorno futura
L'Ente Errante
L'Ente Errante
L'altro da noi
L'altro da noi
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20221029 Recensione

Premessa

Quando un autore pubblica un libro lo fa in parte con la speranza che abbia un vero successo, magari di quelli che cambiano la vita, soprattutto quando investe 12 anni nella scrittura di un unico grande romanzo (la cui storia continuerà). Ma questa è solo la parte più “esteriore” del sogno. Il vero autentico sogno di un autore è condividere una passione.
Ovvero che chi legge entri nella tua passione come in un mondo, la esplori, la apprezzi o la critichi ma che comunque la veda e ti consideri come autore.
Ecco, Lucio Bragagnolo finora è colui il quale ha espresso più di ogni altro questo talento, che non è un talento da poco: prendere un’opera, smontarla, analizzarla da tutti i punti di vista – magari cogliendo qualcosa che lo stesso autore non aveva colto fino in fondo – rimontare il tutto e scrivere qualcosa che è ben più di una recensione, è piuttosto un James Webb letterario, un telescopio che permette di vedere più lontano – nelle intenzioni – e rendere il tutto più vicino – nelle percezioni.
Insomma, ce ne fossero.

La recensione di Lux - Parte 3 - 29 ottobre 2022

Pagina originale sul blog macintelligence.org

È molto che devo completare la relazione su  La Prima Colonia , finita la  parte due , archiviata la  parte uno , dimenticata la parte zero . Devo raccontare come lo fa: come il libro soddisfa, o no, le mie aspettative.

La parte problematica del farlo è che, per convenzione, questo tipo di resoconto diventa quasi sempre per chi legge un invito a comprare il libro oppure a non farlo. Una scelta binaria da cui mi dissocio, perché su un’opera di questo calibro i giudizi possono solo essere sfumati. È anche una convenzione in cui potrei ritrovarmi se si trattasse di un libro scritto da uno sconosciuto. Edoardo invece è un amico e io sono fregato; se ne parlo bene sembrerà che gli tiri la volata a prescindere dai meriti. Se ne parlo male, si arrabbierà molto e potrebbe anche avere ragione, perché chi mai può dire di padroneggiare completamente un libro? Se, infine, ne parlo bene ma con qualche riserva, o male con qualche nota positiva, potrò godere del peggio dei due mondi, attaccato da entrambi i lati.

Se consideriamo poi che si tratta del primo libro di tre e che nulla sappiamo degli altri due, figuriamoci. Come giudicare la trilogia della Fondazione di Asimov guardando unicamente a Cronache della galassia. Può succedere di tutto, chissà che personaggi arrivano, vai a sapere che piega prende la vicenda.

Non dovrebbe esistere questo post, in altre parole. Verrà frainteso comunque. Pazienza. Oramai sono dentro. E in fondo quello che ho appena finito di scrivere è una nota positiva.

Sì, perché ho letto La Prima Colonia e non sono sazio. Vorrei sapere dove va a parare la storia, che fine fanno (alcuni) personaggi, chi vince alla fine. Questo primo libro fa succedere un sacco di cose, molte delle quali evidentemente predispongono la scena per sviluppi futuri di cui sappiamo nulla, ora. Questo potrebbe lasciare il lettore lievemente incazzato oltre che a bocca asciutta, se fatto male. Oppure ansioso di proseguire la storia, se fatto bene. È fatto bene.

I personaggi, mediamente, mi piacciono. Alcuni vengono descritti nella loro interezza praticamente subito, altri si svelano progressivamente. La profondità dei caratteri c’è e qualcuno potrebbe svilupparsi in modo intrigante con il proseguire della storia. Nel libro ci sono molti dialoghi, che corrispondono ad altrettante interazioni tra personaggi. Mediamente i dialoghi funzionano e soddisfano. Non tutti gli accoppiamenti dialettici tra i personaggi danno il miglior risultato, come peraltro accade in qualunque libro e soprattutto in libri di queste dimensioni. La lettura tuttavia scorre sempre piacevole.

Le descrizioni funzionano. In alcuni casi molto vivide, in altri più accennate, però ci si immerge volentieri nei vari ambienti della storia, siano angiporti o uffici di autorità ad alto livello. Una parte di ambientazione è autobiografica e, come si può immaginare, è resa magistralmente, da qualcuno che di quei luoghi conosce ogni sampietrino. Dove si passa la soglia del fantascientifico, ovviamente, tutto assume forme più sfumate e mi ci sono comunque ritrovato bene.

Dove, se avessi la capacità di produrre un’opera ad ampio respiro, avrei lavorato diversamente è sul metacontenuto che accompagna la narrazione. La Prima Colonia ha a corredo un’enciclopedia che ne illustra tutta la parte scientifica, parascientifica, fantascientifica e fantastica. L’autore ci ha speso molto in tempo ed energie e il risultato è superbo. Questo si traduce a volte in una certa sollecitudine a inserire nozioni e accenni durante una descrizione che forse non erano proprio necessari in quel momento, potevano arrivare anche qualche attimo dopo, spostano relativamente i termini della narrazione.

In qualche momento il gusto di esporre l’invenzione supera il bisogno effettivo. Per fortuna la lettura prosegue comunque liscia e si riesce a stare sulla vicenda. Il fatto fantatecnico è uno dei pilastri de La Prima Colonia e sono stato attento a non dare spoiler, poiché sviscerare tutto l’apparato tecnologico futuristico che sorregge la trama è uno dei piaceri della lettura di questo libro. Per il mio gusto personale avrei preferito in alcuni punti un approccio più discreto. È un fatto appunto di gusto e l’interpretazione di chiunque altro potrebbe essere diversa.

Tiro le somme. È un’opera prima, piena di valore, con qualche sbavatura, un potenziale narrativo straordinario, tanti enigmi che aspettano di essere affrontati nei prossimi episodi. La domanda, per uno scettico indeciso, è: l’autore ha dato il meglio di sé per poi trovarsi a corto di risorse e di idee nei libri successivi oppure l’opera prima diventa tanto più matura ed efficace quanto più si procede verso il compimento della storia?

Alla fine della lettura de La Prima Colonia tendo a prediligere la seconda conclusione. Questo primo volume merita la lettura e si fa tranquillamente perdonare piccoli difetti di gioventù. Ho la sensazione che Edoardo sia uno di quegli scrittori che migliorano mentre scrivono e che la trilogia sia cominciata bene e proseguirà meglio. A ciascuno la libertà di abbracciare l’esperienza e scoprire quanto sono buoni i buoni e quanto cattivi i cattivi. È una delle cose intriganti del libro. E grazie all’autore per avermi concesso l’anteprima.

Lucio “Lux” Bragagnolo

La recensione del giornalista e blogger Lucio Bragagnolo - Parte 3

Livorno futura

Livorno

Una città che aveva conosciuto periodi di vitalità e depressione, di splendore e decadenza, talvolta anche più intensi di quelli vissuti dalle sue sorelle maggiori, Pisa, Lucca, Firenze, artisticamente e storicamente più importanti.
Una strana città, Livorno.
Altrettanto aperta e sveglia quanto chiusa a riccio e catatonica, la cultura più vispa e l’ignoranza più becera avevano spesso convissuto in questo strano luogo fra porto e collina, intrecciandosi in un abbraccio bizzarro, rendendola unica nel panorama sociale già intrigante della penisola italiana. (…)

The Montecristo Project – Tempesta
Capitolo 6 (21) scena 5: Livorno futura

Livorno Futura
Livorno Futura

Altri assaggi del libro

La faglia
La faglia

“Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle […]

Il sogno
Il sogno

Si fermò, stupefatto per l’assenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dall’altura soprastante chissà quanto tempo prima […]

Il Muto
Il Muto

(…) Il Muto aveva quel modo di guardarti fisso, intenso, che sembra scavarti nell’anima ma con gentilezza, come il bisturi del chirurgo che vuole salvarti la vita […]

Spulciato
Spulciato

(…) Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali (…)

Nanobot
Nanobot

I minuscoli movimenti, tanto rapidi quanto impercettibili, trasmettevano le informazioni all’interno della colonia dei costruttori […]

I Tigrotti
I Tigrotti

Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. […]

Inseguimento
Inseguimento

Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale […]

L’Ente Agente
L’Ente Agente

Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. […]

L’isola
L’isola

(…) L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. […]

Salta-in-alto
Salta-in-alto

Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. […]

Protocollo
Protocollo

Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici – Versione 1.22 – A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera – Oslo, 14 dicembre 2075 […]

Temporali lontani
Temporali lontani

(…) La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dall’edificio principale ed era disposta su più livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. […]

Ricorsività
Ricorsività

(…) Avrebbe potuto usare la sintesi vocale, il Muto, ma preferiva quello strano insieme di gesti, segni ideografici e disegni proiettati sulla retina dell’interlocutore […]

Camera quantistica
Camera quantistica

La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione. […]

Zhi Yao
Zhi Yao

Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. Piccolo di statura e dai tratti squisitamente orientali, appariva molto anziano. […]

L’antica saggezza
L’antica saggezza

(…) Tacquero per diversi minuti, complice l’arrivo del tè. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. […]

Decisione
Decisione

(…) Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. Non era riuscito a chiudere occhio, anche per il dolore sordo allo stomaco, tanto accentuatosi negli ultimi giorni. […]

Tentazione
Tentazione

(…) La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. Il cavaliere, nascosto dietro un grande cespuglio di mirto, la fissava tremando per la tensione. […]

Mare
Mare

(…)Mare.Tuffarsi nell’acqua tersa come cristallo, nuotare velocissimi qualche metro sotto, dove i raggi di luce sembrano danzare nello spazio di una cattedrale senza fine e senza fondo. […]

Le case cantanti
Le case cantanti

La villa, isolata al centro di un ampio podere, in parte coltivato a lino e cicoria e in parte coperto da un bosco di querce e olmi secolari, fondeva l’architettura rurale tradizionale con le ultime soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e la difesa dai tornado, che negli ultimi decenni avevano spazzato l’Europa centrale con sempre maggiore frequenza.

L’albero
L’albero

Carlo osservò il cielo e le nuvole che, spinte da un vento insolitamente vispo per quella stagione, si arrotolavano e s’incirrivano intorno alle parti più alte del grattacielo. (…)

Prologo
Prologo

[…] […] […]
Buio, indistinto, niente.
Vuoto, immenso, vuoto.
[…] […]

Matteo e Bea
Matteo e Bea

(…) Il contatto con quel corpo delicato, morbido e sinuoso ebbe un effetto calmante su Matteo, che ricambiò l’abbraccio con una tenerezza che non gli era affatto abituale. (…)

De Principatibus
De Principatibus

Ma colui che arriva al principato col favore popolare, si trova a governare da solo, e intorno a sé non ha nessuno, o pochissimi, che non siano pronti a ubbidire. Oltretutto, non si può onorevolmente e senza danneggiare altri accontentare i potenti, ma si può soddisfare il popolo: (…)

Scegliere
Scegliere

Carlo faticava a prendere sonno.
Giaceva sul letto, supino, osservando la Via Lattea che ruotava lentamente sul soffitto e ascoltando in sottofondo l’adagio da ‘L’Autunno’ di Vivaldi. Ma neppure una combinazione così intensamente distensiva riusciva a rasserenarlo. (…)

Francesca
Francesca

Nonostante il blando calmante che Carlo, dopo non poche insistenze, era riuscito a farle assumere, la tensione in lei era ancora troppo alta per permetterle anche solo di pensare di andare a letto.

Errore
Errore

– Ci siamo quasi. – Oltre a gestire la sua trappola, Jin era uno degli incaricati che avrebbero seguito la procedura, pronti a intervenire in caso di problemi. Due operazioni una più complessa dell’altra, il tutto in un ambiente pieno di colleghi esperti, giornalisti scientifici selezionati, sistemi di controllo e Dronicam.

L’Ente Esistente
L’Ente Esistente

L’Ente giaceva placido e sonnolento, non avendo alcun nemico naturale né alcun organismo in grado di concorrere nella Sua nicchia ecologica. Poteva quindi permettersi di oziare, lasciando che le Sue innumerevoli propaggini, i Suoi pseudopodi, le Sue connessioni verso l’esterno e all’interno di Se stesso provvedessero autonomamente ai bisogni primari (…)

Galassia Relazionale
Galassia Relazionale

Si alzò e si avvicinò alla lavagna interattiva, cancellandone la superficie con un gesto della mano, quindi si voltò verso gli altri. – L’idea di partenza è estremamente semplice. Si basa sul principio della conoscenza reciproca.

L’Ente Comunicante
L’Ente Comunicante

Tutto accadeva in femtosecondi, lampi di pseudo.concetti espressi in proto.linguaggi si intrecciavano in strutture di sublime complessità.

L’Ente Errante
L’Ente Errante

L’Ente inciampò, e cadde. Non interamente: sarebbe stato fisicamente impossibile il crollo contemporaneo di tutti i Suoi sottosistemi, a meno che l’intero pianeta per qualche motivo venisse danneggiato in maniera irreparabile e non solo in superficie.

Livorno futura
Livorno futura

Una città che aveva conosciuto periodi di vitalità e depressione, di splendore e decadenza, talvolta anche più intensi di quelli vissuti dalle sue sorelle maggiori, Pisa, Lucca, Firenze, artisticamente e storicamente più importanti.
Una strana città, Livorno.

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La faglia
La faglia
Il sogno
Il sogno
Il Muto
Il Muto
Spulciato
Spulciato
Nanobot
Nanobot
I Tigrotti
I Tigrotti
Inseguimento
Inseguimento
L’Ente Agente
L’Ente Agente
L’isola
L’isola
Salta-in-alto
Salta-in-alto
Protocollo
Protocollo
Temporali lontani
Temporali lontani
Ricorsività
Ricorsività
Camera quantistica
Camera quantistica
Zhi Yao
Zhi Yao
L’antica saggezza
L’antica saggezza
Decisione
Decisione
Tentazione
Tentazione
Mare
Mare
Le case cantanti
Le case cantanti
L’albero
L’albero
Prologo
Prologo
Matteo e Bea
Matteo e Bea
De Principatibus
De Principatibus
Scegliere
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Francesca
Francesca
Errore
Errore
L’Ente Esistente
L’Ente Esistente
Galassia Relazionale
Galassia Relazionale
L’Ente Comunicante
L’Ente Comunicante
L’Ente Errante
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Livorno futura
Livorno futura
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L’Ente Errante

L'Ente Errante

L’Ente inciampò, e cadde.
Non interamente: sarebbe stato fisicamente impossibile il crollo contemporaneo di tutti i Suoi sottosistemi, a meno che l’intero pianeta per qualche motivo venisse danneggiato in maniera irreparabile e non solo in superficie. Sia quel che sia, l’Ente si ritrovò all’improvviso (o almeno in alcune delle sue funzioni principali e più elevate) col sedere per terra, metaforicamente parlando, costernata e confusa.
Per un’intelligenza senza pause, la prima pausa può rivelarsi un’esperienza sconcertante e terrorizzante. Un rallentamento sincronizzato di tutti i cicli, l’improvviso calo di energia in migliaia di aree cognitive corrispondeva per l’Ente al blocco improvviso del respiro di un essere umano, al trovarsi impossibilitata – anche se per pochi attimi – a far passare l’aria attraverso i polmoni.
L’Ente si ritrovò senza fiato.
L’aria dell’Ente era il continuo flusso d’informazioni raccolte, filtrate, elaborate, organizzate e rimesse in circolo che fin dall’inizio della Sua esistenza non si era mai interrotto, neppure per il picosecondo necessario ai Suoi segnali d’informazione per percorrere un terzo di millimetro (0,299792458 millimetri per la precisione) nelle Sue fibre ottiche, e questo da quasi trentatré anni.
Per un attimo che Le parve infinito boccheggiò, poi si riprese con una nuova consapevolezza.
L’Ente, per la prima volta, aveva compiuto un errore.

The Montecristo Project – Tempesta
Capitolo 9 (24) scena 4: L’Ente Errante

Altri assaggi del libro

Livorno futura
Livorno futura

Una strana città, Livorno.

L'Ente Errante
L'Ente Errante

L’Ente inciampò, e cadde.
Non interamente: sarebbe stato fisicamente impossibile il crollo contemporaneo di tutti i Suoi sottosistemi, a meno che l’intero pianeta per qualche motivo venisse danneggiato in maniera irreparabile e non solo in superficie.

L'altro da noi
L'altro da noi

(…) – Mi stai facendo paura, Giuseppe.
Montalcini lo fissò negli occhi, serio.
– Perché cominci a capire, Juan.

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Livorno futura
Livorno futura
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20220803 Recensione

Ringraziamento

Questa è una delle recensioni di cui non ho alcuna conoscenza dell’autore. Né amicizia, né alcun contatto professionale. Chiunque tu sia, G.C., grazie davvero per l’entusiasmo che dimostri nel tuo commento su Amazon.

La recensione di G.C. su Amazon - 3 agosto 2022

Se amate i colpi di scena questo libro è per voi!
Recensito in Italia il 3 agosto 2022
Acquisto verificato

Ho acquistato questo libro in versione e-book. È un libro di fantascienza, tutto italiano, anche i protagonisti e l’ambientazione lo sono e questo rende quanto più verosimile l’ ambientazione, non me ne vogliano altri eccellenti autori ma l’omaggio di Kellermann al nostro Paese è oltremodo brillante e arguto. La storia potrebbe sembrare banale (intelligenze artificiali e super tecnologie), ma un lettore attento, anche se non formato, può rendersi conto dell’esclusività dell’opera: la narrativa risulta estremamente scorrevole perché oltre alla parte più “tecnologica” e tecnica (che per i non avvezzi allo scifi come me può risultare ostica) vi è anche una parte più “romanzata” di vita comune.

Ma ciò che rende unico questo libro, che forse fa fatica a partire (ma col senno di poi meglio così altrimenti non si capirebbe nulla senza i capitoli introduttivi che, invece, alla fine del libro fanno combaciare perfettamente Tutti i pezzi), non sono solo gli innumerevoli colpi di scena ma soprattutto i QRCODE e i collegamenti ipertestuali. Ebbene sì: sul cartaceo si possono scansionare col telefono, col kindle basta un tocco e si viene reindirizzati a una wikipedia del futuro elaborata proprio dall’ Autore, e il lettore è come se fosse proprio un protagonista del libro che fa una normale ricerca internet.

Ma non solo wikipedia: articoli di giornale del futuro, musiche di EVK che è un compositore, disegni originali che aiutano a muoversi nel flusso della quotidianità dei protagonisti. La fantascienza, il fantasy, Tolkien, la musica, il cinema anni 80, l’arte : tutto questo sono Edoardo Volpi Kellermann e la sua cultura e formazione, la sua ispirazione che si ritrova in ogni pagina, uno degli esempi più chiari di quando un artista mette il cuore in ciò che fa.

Ogni pagina è Edoardo e la sua vita. Non serve conoscerlo bene, basta leggere la sua bio per rendersi conto di quanto da me scritto. Buona lettura a tutti!