(…) Arrivò dal suo ospite in tempo per la cerimonia del tè.
La villa, isolata al centro di un ampio podere, in parte coltivato a lino e cicoria e in parte coperto da un bosco di querce e olmi secolari, fondeva l’architettura rurale tradizionale con le ultime soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e la difesa dai tornado, che negli ultimi decenni avevano spazzato l’Europa centrale con sempre maggiore frequenza. Con la capacità di adattamento che gli era pro- pria, la popolazione si era organizzata prima con rifugi sotterranei, poi con le strutture di rinforzo in Mevlar, un polimero biosintetico che univa le proprietà dell’acciaio e della tela di ragno, per impedire il cedimento strutturale delle abitazioni.
Il risultato estetico era uno strano miscuglio, non spiacevole, fra la semplicità delle antiche case dai tetti rossi e spioventi e la bizzarria di castelli techno-fantasy agganciati al terreno da innumerevoli cordicelle. Quando c’era vento forte le corde tendevano a vibrare e, dopo anni di studio, erano stati messi a punto dei sistemi di accordatura dinamica che avevano reso famose le ‘case cantanti’ delle pianure nord-europee.
Il Muto, riconosciuto quando ancora era distante un paio di chilometri dalla villa, trovò il cancello di ingresso aperto. Parcheggiò il suo mezzo al riparo di una grande quercia alta come un edificio di undici piani e dal tronco di almeno quattro metri di diametro, quindi percorse a piedi il viale che si snodava fra numerose aiuole piene di tulipani gialli e rossi.
Un enorme gatto rossiccio lo osservava placido da una sedia a sdraio vicino all’ingresso. Udendo le fusa, il Muto si fermò qualche secondo per carezzarlo.
– Ti sono sempre piaciuti gli animali, Lucas. (…)
20120319: Le case cantanti
Pagine Essenziali
Cosa si dice del libro
(…) Tra le cose che ho apprezzato maggiormente vorrei sottolineare il realismo e la coerenza di una trama complessa che riproduce con abilità le dinamiche dei grandi progetti (scientifici ma anche economici) e gl'intrighi, anche criminali, che vi ruotano attorno. (…)
Il mondo descritto nel suo romanzo è diverso da quello attuale ma allo stesso tempo ne è una evoluzione, (…). Questi sono i legami più evidenti fra i due mondi: ce ne sono anche di più nascosti?
(…) Questo potrebbe lasciare il lettore lievemente incazzato oltre che a bocca asciutta, se fatto male. Oppure ansioso di proseguire la storia, se fatto bene.
È fatto bene. (…)
(…) la sua ispirazione che si ritrova in ogni pagina, uno degli esempi più chiari di quando un artista mette il cuore in ciò che fa. Ogni pagina è Edoardo e la sua vita. (…)
(…) L’universo de La Prima Colonia è composto da stringhe; per ognuna di queste situazioni c’è una vicenda che si dipana. (…)
Evk sa scrivere e coinvolgere, sa emozionare e intrigare senza indulgere in eccessi: uno stile essenziale che ricorda un po’ quello di Arthur C. Clarke mischiato con gli ironici cambi di prospettiva “all’ultima riga” caratteristici di Roger Zelazny.
(…) ho trovato l’uso evocativo dei “glifi” spinto un pò all’eccesso. Tuttavia il risultato complessivo è di ottimo livello e riesce nell’obiettivo di intrigare il lettore al punto di fargli esclamare “continua a raccontare Edoardo!”.
(…) L’intelligenza triplice è stata fare di queste note un ingrediente del racconto invece che un’appendice a fine libro che nessuno avrebbe mai letto, ambientare le note stesse dentro la storia e, la cosa più importante per chi legge, renderle indolori. (…)
(…) La cosa più interessante però di questo libro è la lingua, semplice, che non fa concessioni ai linguaggi di moda, molto puntuale sul piano scientifico ma non barbosa. (…)
(…) La sua scrittura crea la storia con una serie di “pennellate successive”, cosa che caratterizza anche le sue composizioni musicali. La storia emerge spontaneamente dalla giustapposizione di tanti percorsi narrativi concorrenti. (…)
(…) Ma per quanto riesco recensirò La Prima Colonia come si farebbe da informatici, anche perché l’autore di informatica ne mastica, al punto di portarne tanta e non inutile ovunque, nella trama come nella struttura. (…)
17 aprile 2022
Finalmente un romanzo di fantascienza ambientato in Italia e con una visione positiva del futuro
18 aprile 2022
Sono rimasto sorpreso, per la storia e i personaggi. Una storia piena di speranza che non ti lascerà fin quando non avrai terminato il romanzo. Altamente consigliato.
Il libro tocca tematiche sensibili, il rapporto con la scienza, con la consapevolezza dell’umanità nei confronti della realtà esteriore ed interiore (il sè), la psicologia e la filosofia, forse la teologia.
11 marzo 2022
Una trama avvincente, personaggi ben caratterizzati e sviluppati, intrighi ben gestiti è un interessante sottofondo fantascientifico, con profonde riflessioni filosofiche sulla coscienza, sulla Geopolitica e sull’uomo.