Prima puntata: cos'è The Montecristo Project?
È un romanzo di fantascienza ambientato nella Toscana del medio futuro, più che altro a Livorno, Pisa e, ovviamente, “sotto” l’Isola di Montecristo e nell’arcipelago toscano.
Per la precisione si tratta di Hard Science Fiction, fantascienza ad alta tecnologia basata su principi scientifici autentici, per quanto possibile.
Ora, molti sentendo la parola “fantascienza” storcono il naso, magari pensando a qualche film chiassoso con improbabili battaglie spaziali o a mostri alieni che rapiscono belle ragazze terrestri. In Italia c’è tuttora una certa dose di pregiudizio verso il genere fantascientifico, nonostante abbia donato al cinema e alla letteratura grandi capolavori. Ma come in tutti i generi artistici, esiste fantascienza e fantascienza.
La buona fantascienza fa pensare, fa riflettere su problemi attuali da un punto di vista spesso più aperto e profondo rispetto a tanta letteratura che si definisce “realistica” – e che tale comunque non è mai: una storia è sempre narrata, non è una cronaca oggettiva. Neppure un articolo di giornale.
La trama del racconto mi pareva originale e finora non sfruttata nella letteratura fantascientifica. Il buon amico Vittorio Catani, purtroppo scomparso prima di vedere il libro pubblicato, mi aiutò tantissimo a mettere a punto la scrittura e il ritmo di quelle prime 15 pagine. Intimamente convinto di avere trovato una buona idea, lo feci leggere in giro finché ebbi la fortuna di conoscere, per una collaborazione sul un progetto musicale, un grande regista e attore italiano, Maurizio Nichetti.
Una nuova speranza
Maurizio oltre a essere un professionista di altissimo livello – ma è inutile che lo ribadisca qui – è una persona di grande carisma e per me assunse un ruolo fondamentale, quando mi disse che il racconto gli era piaciuto molto e che avrebbe provato a valutarne una versione cinematografica insieme a dei produttori: mi diede la speranza di un cambio di paradigma, di passare dal livello dei sogni a occhi più o meno aperti a una possibilità concreta. Alla luce di ciò, ha ben poca importanza il fatto che non si trovarono i fondi necessari e che il progetto morì quasi subito: avevo intravisto le stelle al di là della brumosa cappa padana.
Così mi ostinai a portare avanti il sogno – a questo punto un proposito, un’intenzione – fino a quando ricevetti una mail dalla assistente personale dell’allora presidente di Fox Italia Osvaldo De Santis che mi invitava a mandare loro uno script cinematografico o televisivo. Settimo cielo, insomma!
Dall'intenzione all'azione
Così, mi misi a scrivere di buona lena: certo da un racconto di quindi pagine non si può costruire un’intera sceneggiatura, occorreva ampliare e approfondire la storia. Così, pensai di iniziare dalle origini del Progetto Montecristo, due anni prima rispetto alla narrazione del racconto, incastonandolo a metà libro e quindi portando avanti la storia per la metà successiva. In pratica intendevo scrivere tre “Guerra e Pace” uniti insieme: perché devi sempre esagerare, Edoardo?
Ben presto mi resi conto che avevo fatto il passo più lungo della gamba e mi ridussi a ben più miti propositi: avrei intanto scritto un prequel e mi sarei fermato all’evento del racconto originale. Nuovi personaggi iniziarono ad apparire, e nuove sotto-trame. Il tutto si stava complicando.
L'avvento di StoryMill
Eravamo nel 2010. Fin dall’inizio ho utilizzato Pages della Apple per scrivere, molto comodo per la sua funzione di sincronizzazione automatica grazie alla quale creavo in mobilità su iPad e mi poi ritrovavo il file aggiornato a casa, sul Mac. A un certo punto però sentii il bisogno di un software più completo per la scrittura creativa, che gestisse personaggi, location, timeline e quant’altro. Mi guardai intorno, chiesi consiglio e testai StoryMill, anzi lo utilizzai per qualche mese.
Fino a rendermi conto che mi stava stretto.